Lo spirito che animò il festival originale fu di aggregare i giovani intorno alla musica per cercare di dare forza e spessore agli ideali della pace, dell'amore e della libertà.
A Woodstock i giovani crearono un diverso modo di stare insieme in un contesto naturale, pacifico e musicale, dalle proporzioni gigantesche.
Qui la pretesa non è ricreare lo stesso slancio e la stessa spinta emotiva, impensabile per le attuali condizioni storiche e sociali, né proporre una celebrazione di quell'evento irripetibile in chiave nostalgica e commemorativa, lo scopo è una rilettura di quegli avvenimenti alla luce della attuale condizione giovanile, è il tentativo di ritagliare uno spazio espressivo spesso mancante per dar voce alle idee e alle emozioni che muovono le nuove generazioni nella costruzione del loro futuro.
Lo scopo è ricreare una possibilità di aggregazione attraverso la musica e l'arte per individuare una nuova cultura di riferimento, la conoscenza e l'analisi critica delle esperienze delle precedenti generazioni di "giovani" sono gli elementi che si vogliono evidenziare per offrire nuovi spunti di riflessione e condivisione, la forza propulsiva della musica e lo straordinario modo di stare insieme del pubblico e di vivere in comune le emozioni, costruiscono "lo spazio" e dilatano il "tempo" per pensare al modo di stare insieme di oggi.
Woodstock non può essere considerato un'icona sbiadita di un'epoca, né uno stereotipo divenuto merce negli anni successivi.
"Il desiderio di stare insieme non potrà mai passare di moda. E questi incontri serviranno sempre per esprimere il bisogno di libertà che è vivo in tutti noi."
(da una lettura critica di Gabriella Gallozzi sul film di Barbara Kopple "MY Generation")
Poiché gli ideali di riferimento non solo sono cambiati, ma sembra non esistano più, scardinati anche quelli commerciali, che parevano inglobare e giustificare ogni scelta, è forse il tempo di recuperare uno spazio collettivo. Uno spazio che diventi identitario, al di fuori dei non luoghi in cui consumiamo le nostre esistenze, per riscoprire insieme la strada da percorrere.
Abbiamo scelto di unirci per dare una mano alla ricerca sul Parkinson, abbiamo scelto di farlo con le nostre forze, mettendo in gioco abilità personali e scoprendo quanto fossero lacunose le nostre capacità organizzative, abbiamo deciso di inventarle, di chiedere aiuto e qualche volta lo abbiamo trovato.
Forse bisogna partire proprio da qui: dalla volontà di fare, certi che dovremo avere più coraggio che risorse, che dovremo alimentare la fiducia nei nostri intenti al di là dei risultati, verso una strada quasi sempre in salita.
In cordata, la caduta di "uno" e sostenuta dalla forza dei "molti"; questo è ciò che ho personalmente imparato in questa straordinaria avventura, un insegnamento che mi ha arricchita e che vorrei trasformare ad "arte" con tutti coloro che vorranno partecipare al WOODinSTOCK.
Arte fatta dalla gente per la gente.
L'arte dello stare insieme per coltivare la fantasia, una cosa che nessuno ci potrà mai rubare e che ci aiuterà a trovare soluzioni impensabili per stare meglio, per realizzare un modo sano di vivere.
Luglio 2012
Ornella Nicola
i m a g i n a t i o n i n m o t i o n